LE PARTI IDEALI DEL CAPITALE NETTO
CAPITALE SOCIALE E CAPITALE NETTO
CAPITALE NETTO INIZIALE E REDDITO
Nel momento in cui l'azienda si costituisce il proprietario, nel caso di impresa individuale, o i soci, nel caso di società, apportano i mezzi necessari allo svolgimento dell'attività. Le somme apportate dal proprietario o dai soci costituiscono il capitale netto iniziale.
Per effetto della gestione, al termine del primo esercizio, il capitale netto potrà essere aumentato o diminuito rispetto al valore iniziale. Supponendo che nel corso dell'esercizio, il proprietario o i soci non abbiano effettuato nuovi apportio prelevamenti, la differenza tra il capitale netto esistente al termine del primo esercizio e il capitale netto iniziale rappresenta il reddito dell'esercizio e potrà essere:
- un utile, se il capitale netto al termine dell'esercizio supera il capitale netto iniziale;
- una perdita, se il capitale netto al termine dell'esercizio è inferiore rispetto al capitale netto finale.
Esempio:
- utile. L'impresa ha un capitale netto all'inizio dell'esercizio di 100.000 euro. A fine esercizio il capitale netto ammonta a 150.000 euro.
- perdita. L'impresa ha un capitale netto all'inizio dell'esercizio di 100.000 euro. A fine esercizio il capitale netto ammonta a 80.000 euro.
PARTI IDEALI DEL CAPITALE NETTO
Al termine dell'esercizio il capitale netto finale può essere, idealmente, scisso in due parti:
- nel capitale netto esistente all'inizio del periodo;
- nell'utile conseguito nel periodo o nella perdita sofferta nel periodo.
Di conseguenza possiamo scrivere, a seconda dei casi:
CAPITALE NETTO
FINALE = CAPITALE NETTO INIZIALE + UTILE DELL'ESERCIZIO
oppure
CAPITALE NETTO FINALE = CAPITALE NETTO INIZIALE - PERDITA DELL'ESERCIZIO.
PARTI IDEALI DEL CAPITALE NETTO E SOCIETA'
Nelle società, il capitale netto finale è solitamente scisso in varie voci che rappresentano le parti ideali del capitale netto.
Tali voci sono:
- il capitale sociale, cioè il valore nominale delle quote o delle azioni sottoscritte dai soci;
- i fondi di riserva.
Questi comprendono:
- quote di utili che sono stati conseguiti dall'impresa, ma che non sono stati distribuiti ai soci;
- sovrapprezzi, fatti pagare ai soci al momento della sottoscrizione delle quote di capitale sociale o delle azioni, in più rispetto al loro valore nominale;
- utili da destinare, cioè utili conseguiti dalla società per i quali non stata ancora decisa la destinazione (distribuzione ai soci, copertura di perdite precedenti, aumento del capitale sociale, aumento dei fondi di riserva esistenti, ecc..);
- perdite in sospeso, cioè perdite subite dalla società per le quali non sono state ancora decise le modalità di copertura (riduzione delle riserve, riduzione del capitale sociale, nuovi apporti dei soci, ecc..).